La storia

Le origini di Ceccano risalgono all’antico insediamento volsco Fabrateria Vetus, situato ai piedi dell’attuale centro abitato. Citato per la prima volta da Livio (VIII 19,1) a proposito della sua missione a Roma nel 330 a.c., fu innalzato divenne nel 425 municipium romano e godette per tutta l’età classica di una certa prosperità grazie alla vicinanza di Villa Magna, proprietà imperiale. Agli inizi del VII secolo, inizia lo spopolamento dell’antico sito di Fabrateria e la costruzione sul colle antistante dell’oppidum Ceccani, il cui nome sembra risalire a Petronio Ceccano, consolare della Campagna e padre di papa Onorio. Notizie certe sul centro medievale si hanno solo a partire dall’VIII secolo, quando esso, come altri centri della zona, fu distrutto dalle invasioni Saracene. L’apogeo dello sviluppo di Ceccano si ebbe a partire dagli inizi del XII secolo in concomitanza con l’espansione della potente famiglia dei de’ Ceccano, il cui castello, documentato fin dal 1113, divenne, anche in virtù della felice posizione geografica, il centro di controllo strategico di un vastissimo territorio che estendeva i propri confini da Maenza a Carpineto, Sezze, Ninfa. Le vicende della famiglia dei de Ceccano, le dinamiche storiche della sua espansione e del suo declino, i personaggi illustri che tanta parte hanno avuto nelle vicende storiche dell’epoca, sono oggetto di numerosi studi storici. Di recente la prof.ssa Maria Teresa Caciorgna, docente di Storia Medievale all’Università Roma Tre, è stata autrice di un saggio breve “I signori di campagna”, pubblicato sul numero di gennaio 2004 della rivista Medioevo, nel quale traccia la parabola dei de Ceccano le cui vicende si intrecciano con la storia medievale di un vasto territorio del Lazio meridionale, di cui sono rimaste scarse fonti storiche. La potenza della famiglia ha lasciato tracce importanti che ancora costituiscono il carattere originario del paese, nel millenario Castello dei Conti, che costituisce il nucleo intorno al quale ruota tutto il centro storico, nelle chiese di Santa Maria a Fiume, che sorge lungo le rive del fiume Sacco, nella chiesa di San Nicola, splendidi esempi di architettura medievale, in parte ricostruiti in seguito ai disastrosi bombardamenti della seconda guerra mondiale. Di origine medievale è anche la Collegiata di San Giovanni Battista, patrono di Ceccano, che oggi rappresenta un ottimo esempio di architettura settecentesca. Il declino della potenza della famiglia dei de Ceccano a metà del 1400, a causa delle dinamiche storiche e delle lotte intestine, portò Ceccano prima sotto il dominio diretto della Santa Sede, in seguito dal 1523 al 1816 sotto il dominio dei Colonna. Una svolta importante per la storia di Ceccano, che ne caratterizzò tutto il successivo sviluppo, si deve all’opera dell’imprenditore e uomo politico Filippo Berardi, nella seconda metà dell’800, epoca in cui furono gettate le premesse di un periodo di rapida modernizzazione ed industrializzazione. Fu costruita la ferrovia, sorsero numerose fabbriche, venne costruito un nuovo e più potente acquedotto, parte del quale costituisce ancora un tratto dell’attuale rete idrica cittadina. Sorse un nuovo quartiere operaio che ancora oggi porta il nome stesso di Berardi. Ceccano assunse da quegli anni un ruolo di rilievo nell’intero contesto provinciale divenendo teatro delle prime lotte per la difesa dei diritti dei contadini. Nel maggio 1912 oltre tremila braccianti manifestarono per l’aumento delle quote di terra da mettere a loro disposizione. Le manifestazioni organizzate dalla Lega dei contadini da Ceccano si irradiarono per lungo tempo in un vasto territorio circostante, caratterizzando le vicende politiche e sociali di anni cruciali nel processo di sviluppo della nostra Provincia, fino agli anni venti in cui, in molti comuni della provincia, furono eletti rappresentati delle liste della Lega dei contadini. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, l’ondata della industrializzazione investì in pieno il nostro paese che da allora divenne un punto di riferimento in tutto il contesto provinciale, sia per il numero di piccole industrie che vi sorsero, sia per l’organizzazione delle lotte operaie per il miglioramento delle condizioni del lavoro. Oggi Ceccano vuole caratterizzarsi come una cittadina moderna e funzionale, pur nella salvaguardia e nella valorizzazione dei segni distintivi della sua storia, in un delicato equilibrio tra passato e futuro che rappresenta la sfida della nostra generazione. Il Comune ha acquisito di recente il millenario Castello dei Conti, ne sta ultimando i lavori di ristrutturazione e attraverso i progetti di riuso e fruizione che ne seguiranno vuole dare nuovo impulso a tutto il centro storico, che, come molti paesi limitrofi, subisce il fenomeno dello spopolamento. Ceccano può senza alcuna enfasi vantare strutture sociali, sportive e culturali di rilievo nella Provincia. Impianti sportivi dotati di tutta l’impiantistica necessaria favoriscono lo sviluppo delle attività di varie associazione sportive. E’ molto attivo e frequentato il centro sociale per gli anziani, tante ed attive sono le associazioni culturali che contribuiscono a rendere viva l’offerta culturale del nostro paese. La nostra biblioteca comunale è una delle più grandi e ben organizzate della provincia e costituisce il centro sistema del Sistema Intercomunale Biblioteche Valle del Sacco che copre, con i suoi 20 comuni associati, un territorio su cui ricade il 50% della popolazione della Provincia. Ceccano, ospita nei locali da poco ristrutturati dell’ex Cartiera Savoni, in uno splendida cornice paesaggistica, felicemente ubicata anche dal punto di vista infrastrutturale, la Mediateca della Valle del Sacco, struttura destinata a diventare un punto di riferimento provinciale nel settore della fruizione, della conservazione e della elaborazione di progetti nel settore della multimedialità. E’ di imminente inaugurazione, dopo anni di lavori di ristrutturazione, che è destinato a costituire un punto di riferimento nella provincia. Molta attenzione è data alla tutela dell’ambiente naturale. Ceccano è ricca di verde, circondata da Monte Siserno, era detta il paese delle cento sorgenti, per la ricchezza del suo patrimonio naturalistico. Molto è stato fatto per la bonifica del fiume Sacco che attraverso in pieno centro il paese.

 

Figli Illustri

ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA


La cittadinanza ceccanese, per il sacrificio tributato durante l’ultimo conflitto mondiale, ha ricevuto la qualifica di Socio Onorario dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia concessa all’Amministrazione nel 1988. – Pergamena attualmente esposta presso la Sala Giunta di Palazzo Antonelli (sede comunale) p.za Municipio, n. 1.
1. MOTIVAZIONI Sono ormai passati sessant’anni da quando la Città di Ceccano scoprì l’orrida realtà della guerra. A sessant’anni da quella infausta esperienza – una tragedia collettiva cui si reagì con il tempo con una nuova coscienza civile e con la rinascita di uno Stato, quello italiano, liberale e garantista – ci si è interrogati a lungo sulla opportunità di rendere merito ad una città che, insieme a centinaia di altre realtà italiane, contribuì sacrificandosi pesantemente alla nascita della Repubblica e dei valori civili e sociali che ancora oggi animano lo spirito degli italiani. La risposta è arrivata chiara e semplice per un si deciso, come doveva essere, tenuto conto delle ferite profonde lasciate dall’ansia, dalla sofferenza e dalla paura di quei giorni terribili. La presente Amministrazione comunale non chiede dunque plausi e meriti particolari che la distinguano, nel dolore, dalle centinaia di altre città italiane, ma un riconoscimento doveroso all’onore ed alla dignità della sua popolazione. Un riconoscimento che si trasformi in un monito sentito e partecipe diretto specie alle nuove generazioni, in modo tale da renderle artefici attive di una nuova e rinata società, votata all’unione, al rispetto ed alla rivalutazione di valori insostituibili come la vita, la concordia e la pace. A questi presupposti irrinunciabili e ormai indelebili per la Città di Ceccano segue il racconto semplice e mesto dei fatti terribili e luttuosi, coraggiosi e disperati che si verificarono a Ceccano nel periodo compreso tra il luglio del 1943 e l’estate del 1944.
2. EVENTI Quella che doveva essere la guerra lampo si trasformò in un conflitto lungo e sanguinoso e già nell’inizio dell’estate del 1943, nelle fila dei contrari alle barbarie della guerra e degli oppositori al regime fascista le voci di un probabile e immediato fermento anche in territorio italiano continuavano ad essere sempre più insistenti. In territorio di Ceccano, sovrastato dal centro urbano arroccato su una rupe affacciata sulla meravigliosa Valle del Sacco, diverse erano le attività economiche ancora attive nonostante gli stenti che la guerra inevitabilmente imponeva. In una delle industrie simbolo del territorio, la BPD dove trovavano lavoro molti cittadini ceccanesi e la cui produzione era quella di munizioni per l’Esercito Italiano, avvenne il primo degli esempi cittadini di chiara opposizione alla crescente e massiccia occupazione tedesca. Poco prima dell’armistizio italiano con gli alleati anglo – americani, la tenacia ed il coraggio di pochi operai ceccanesi e di un direttore dichiaratosi in seguito come un sovversivo, permise la manomissione totale dei calibri necessari alla produzione delle munizioni e la sottrazione di alcune attrezzature essenziali per il funzionamento dei principali reparti, in vista dell’ormai certa gestione tedesca. Intanto i timori per un ormai prossimo conflitto armato ebbero presto un amaro riscontro e, nonostante fino alla fine dell’estate del 1943 i Ceccanesi furono risparmiati dalla guerra che incalzava tutt’intorno – il Fronte Cassinate e la line Gustav distavano soltanto poche decine di chilometri verso sud – l’autunno, per loro, non fu più così clemente. Ceccano rappresentava allora un importante polo strategico; lo sapevano i tedeschi che vi insediarono il loro Comando di zona tra le caratteristiche mura di Castel Sindici e lo sapevano bene gli alleati che puntuali alle 10,40 del 3 novembre del 1943, scaricarono tramite un’incursione area il loro primo carico di morte. Fu un bombardamento lungo e cruento che colse di sorpresa la città intenta nelle abitudinarie mansioni del mattino. Essa fu colpita ripetutamente per tre volte e in tre modi distinti: il bombardamento, il così detto “spezzonamento” ed il mitragliamento aereo, destinati tutti a scoraggiare persino i soccorsi per i tanti feriti e i 18 morti rimasti sotto le macerie del Borgo Pisciarello, del Borgo San Pietro – la stessa Parrocchia di San Pietro Apostolo risultò gravemente compromessa – e di gran parte del Centro Storico. Nessun obbiettivo militare venne colpito quel giorno come nessun obbiettivo militare o comunque nemico venne colpito in seguito, durante i ben 32 bombardamenti che si alternarono per circa un anno, tanto da indurre a pensare che le azioni di guerra si accanissero con maggiore crudeltà proprio contro gli ignari civili che paradossalmente e per mano di Badoglio sottoscrissero la nuova alleanza con gli anglo – americani. Dopo la prima incursione area americana l’autunno proseguì in una tranquillità apparente, in cui la paura di nuovi attacchi costrinse gran parte dei ceccanesi a trovare ricovero nelle campagne abbandonando le abitazioni ancora integre oppure lasciando incustodite quelle distrutte, facendo piombare la città nel silenzio e nel torpore. Ma la calma apparente fu spezzata alla fine del gennaio ’44 – dal 23 fino al 30 – e precisamente quando le bombe tornarono a rompere il silenzio reclamando un nuovo bottino di morte e disperazione, e distruggendo quello che era rimasto del centro storico della città, compreso lo splendido Santuario di Santa Maria a Fiume. Il Santuario, infatti, in quei giorni era stato oggetto di continue attenzioni tedesche; ma gli strani movimenti che indussero gli alleati a considerare il sito come un presidio celato delle retrovie nemiche altro non erano che operazioni pianificate necessarie a compiere l’ennesima razzia ai danni della città e di un suo edificio simbolo, come proprio il Santuario di Santa Maria a Fiume. Soltanto la statua lignea duecentesca della Vergine col Bambino, seppur con le vesti ancora fumanti, poté essere salvata dal cumulo di macerie tanto che, da allora e dalla conseguente ricostruzione, il Santuario tanto caro ai fedeli della Ciociaria tutta perse il titolo di Monumento Nazionale concesso nel 1896. Nell’intervallo tra il 23 gennaio ed il 30 gennaio del 1944 ancora bombe e mitragliamenti su Ceccano questa volta anche in periferia specie nei pressi della BPD, in contrada Colle San Paolo, e ancora morti e feriti sempre civili. I mesi che seguirono il gennaio più cruento che la storia cittadina ricordi furono all’insegna della sofferenza e del sacrificio e persino della fame – quella più nera – perché accompagnata anche dall’esasperazione di una resistenza tedesca che sembrava non dover cedere mai sotto i colpi degli alleati, forte anche della particolare e quanto mai opportuna dislocazione geografica e logistica del fronte di Cassino. Ceccano, nonostante gli stenti, in quei mesi ricercò caparbiamente una normalità che dovette però piegarsi sotto un nuovo e doloro colpo – questa volta indiretto – ma che allo stesso modo minò la stabilità apparentemente ritrovata. La dura ritorsione tedesca che nel 24 marzo del 1944, scosse la vicina Roma, compiendosi nell’eccidio delle Fosse Ardeatine, coinvolse infatti anche Luigi Mastrogiacomo, il ceccanese impiegato nella capitale, giustiziato insieme ad altri 334 italiani perché ritenuto un esponente della Resistenza. Mastrogiacomo fu catturato durante un rastrellamento mentre con apparecchiature radio eseguiva delle mansioni pare assegnate dai suoi superiori e comunque di natura professionale. A lui venne invece contestata l’accusa di tenersi in contatto radio con le file romane di partigiani attivissime per la Liberazione e comunque contrarie alle angherie tedesche. Un nuovo schiaffo dunque alla città di Ceccano speranzosa per l’attesa Liberazione e per la fine del conflitto che generò nuovi sussulti e nuovi timori. Ma le notizie dello sbarco di Anzio (22 gennaio 1944) e dell’avanzata alleata nel territorio nazionale regalavano ancora spiragli di speranza, tanto che il cedimento dei tedeschi – merito delle forze polacche – avvenuto il 18 maggio del 1944 resero ancor più dolorosi e inaspettati i bombardamenti del 21, 22 e 23 maggio del 1944, quando ancora una volta vennero colpite aree popolate della città a ridosso delle Parrocchie San Pietro – questa volta definitivamente rasa al suolo –, di San Nicola e di San Giovanni Battista. Gli attacchi e gli eventi funesti di quei giorni, mirati alle immediate vicinanze dalle Parrocchie cittadine, sembrarono ai più un tentativo angosciante di incrinare le poche certezze residue, come la religione e la fede cristiana che nei momenti peggiori erano le sole a dare sostegno e forza. Ma ormai i tedeschi preparavano – in maniera scientifica – la ritirata conseguente alla disfatta di Cassino (11 – 18 maggio 1944); e, almeno negli intenti essa avrebbe dovuto causare il minor numero possibile di perdite rendendo, al contempo, difficoltosa l’avanzata degli alleati. I tedeschi per questo scopo contribuirono essi stessi alla ormai completa distruzione anche della parte nuova della città – lo scalo – minando e facendo saltare il Ponte storico sul Fiume Sacco, il ponte sulla linea ferroviaria Roma-Cassino, la stessa linea ferroviaria e Palazzo Berardi, vero gioiello ottocentesco e simbolo della floridezza ormai passata della città di Ceccano. I tedeschi interruppero così le maggiori vie di comunicazioni del territorio come proprio la Via Gaeta che, attraverso i monti e attraverso Ceccano, collegava velocemente la Ciociaria al sud del litorale pontino. Nonostante la ritirata, però, essi non cessarono di “rastrellare” e successivamente punire coloro che forse per fame e disperazione o forse per chiaro sentore della ormai vicina Liberazione si opponevano a soprusi e ruberie, tanto che il 29 maggio 1944 la crudeltà della guerra tornò a scuotere di nuovo la città di Ceccano con l’uccisione dei fratelli Capoccetta. La loro madre non poté neppure piangere davanti all’immagine straziante dei corpi esanimi dei due giovani, tanto la repressione de tedeschi sarebbe stata violenta. Ma episodi del genere si erano avvicendati con una frequenza ed una crudeltà impressionante; tant’è che coloro i quali riuscirono a vedere oltre il muro di cinta di Castel Sindici (come detto Comando di Zona tedesco) ancora oggi non dimenticano le file di sovversivi – si racconta che tra loro ci siano stati anche ceccanesi – che, condannati a morte e prima di essere giustiziati furono costretti a scavare la propria fossa a mani nude. Ma la guerra ormai si avviava alla conclusione e gli alleati francesi si preparavano, dopo aver sbaragliato le retrovie tedesche lungo la fascia pedemontana, ad istallare il loro comando presso il convento dei Padri Passionisti in loc. Badia, divenuto col tempo anche rifugio degli stessi Ceccanesi. A questo punto arrivava per i Ceccanesi l’ultimo schiaffo di una guerra sanguinosa che ha riservato per loro nessuna pietà e sgradevoli e ripetute sorprese. Il 28 maggio del 1944, infatti, i marocchini, bande di mercenari spregiudicate e assetate di violenza in forza all’esercito francese, conquistano il lato ovest del territorio cittadino, ancora tagliato in due per la distruzione dei collegamenti terrestri, e danno prova delle più bieche ignominie che l’essere umano abbia mai messo in pratica contro i suoi simili. Le scene descritte nella “Ciociara” di Moravia, riprese e regalate al grande pubblico dalla cinepresa del neorealista De Sica furono vissute direttamente anche dai Ceccanesi. Le “marocchinate”, come usualmente si usano appellare gli scempi e gli abusi di simile genere, si ripeterono senza tregua ai danni delle donne, sotto lo sguardo impotente e inebetito di padri, fratelli e mariti completamente impotenti davanti alla crudeltà ed alla perversione di quei mostri autorizzati, fino a quando la situazione, seppur a fatica, venne riportata alla normalità.
3. CONCLUSIONI Con questi ultimi giorni di violenza bestiale e priva di qualsiasi giustificazione Ceccano esce definitivamente dalla Seconda Guerra Mondiale liberata ma allo stesso tempo vinta e violata nel profondo del cuore come della mente. I ceccanesi mai più hanno potuto richiudere una ferita che sanguina ancora nei ricordi e nei racconti degli anziani (o meno anziani) che la guerra l’hanno vista, sentita, temuta e vissuta, pur non combattendo. Centonovanta furono i morti, 102 dei quali civili caduti a causa dei bombardamenti e dei mitragliamenti, circa 2000(1) i vani di abitazione private distrutti pari a un 70%(2) dell’abitato preesistente, dati che attestano ancora oggi l’incidenza della Seconda Guerra Mondiale a Ceccano(3). Ed è proprio per questo particolare accanimento verso la cittadinanza incolpevole che non ha piegato, però, la voglia di rivivere e di proseguire quel processo di sviluppo sociale e civile che ha sempre caratterizzato la Città di Ceccano sin dalle sue gloriose origini, che l’Amministrazione Comunale richiede un riconoscimento delle sofferenze e dell’onore dei ceccanesi. Quanti, pur essendo flagellati dagli eventi e puntiti ingiustamente dalla furia della guerra, meritano di vedere riconosciuto il loro tributo, ancor più perché quel sacrificio, individuale e collettivo, si è rivelato necessario per la costruzione di un nuovo Stato rigenerato dai Valori che rendono la Repubblica Italiana meritevole di Onore indiscusso.
BIBLIOGRAFIA TESTI Guerra Liberazione Dopoguerra in Ciociaria 1943-45 a cura di Gioacchino Giammaria, Luigi Giulia, Costantino Iadecola pubblicato dall’Amministrazione Provinciale di Frosinone, 1985 Ceccano Ricorda di Angelino Loffredi Pubblicato dall’Amministrazione Comunale, 1985 Mai più: testimonianze sui terribili giorni della Guerra a Ceccano, novembre 1943- giugno 1944 a cura della Scuola Elementare S. Giovanna Antida pubblicato dall’Amministrazione Comunale, 1994 Dati sulla Resistenza in Ciociaria di Gioacchino Giammaria estratto dal n. 8 dei quaderni della resistenza Laziale, [198?] Storia della Banda Musicale di Ceccano di Tommaso Bartoli edito dall’Amministrazione Comunale di Ceccano, 2003 Ceccano e la Ferrovia Tra Storia e Leggenda di Tommaso Bartoli edito dall’Amministrazione Comunale di Ceccano, 1993 La Chiesa Abbaziale di San Nicola in Ceccano di Carlo Cristofanilli edito da Nuova Stampa per il Centro di Studi Storici Ciociari, 1981. Santa Maria a Fiume di Mario Colone e Pier Luigi Mirra – Passionisti – edito dall’Associazione Culturale “La Colomba”, Ceccano 1992 I Giorni del Dolore – Quaderni di Ricerche su Ceccano coordinato da Franco Bonan edito dall’Amministrazione Comunale di Ceccano, in occasione del IV Premio per la Pace. Nel Turbine della Guerra – Quaderni di Ricerche su Ceccano coordinato da Franco Bonan edito dall’Amministrazione Comunale di Ceccano, in occasione del IV Premio per la Pace. Tra Due Fuochi di Tommaso Paris Edito da Laterza,Bari Roma 2003 Diario ufficioso delle file partigiane di Ceccano – Patrica, dirette dal dott. Ambrosi ATTI COMUNALI Atti conservati presso l’Archivio Storico della Città di Ceccano, di cui si riporta copia. TESTIMONIANZE DIRETTE Si ringraziano per la gentile collaborazione i sig.ri: Luigi De Santis – ex dipendente comunale e testimone di molti dei fatti storici riportati nella relazione, comprese dichiarazioni inedite; Tommaso Bartoli – storico ceccanese e testimone diretto dei fatti narrati; Carlo Cristofanilli – storico ceccanese e testimone diretto dei fatti narrati, la sua famiglia venne decimata dal primo bombardamento aereo avvenuto nel 3 novembre del 1943; Luigi Micheli – coordinatore di zona dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, storico ceccanese e testimone diretto dei fatti riportati; Aldo Papetti – ex Sindaco della Città di Ceccano, storico ceccanese e testimone diretto dei fatti riportati.

 

CITTÀ DI CECCANO MEDAGLIA D’ARGENTO AL MERITO CIVILE PER LA CITTÀ DI CECCANO “PER IL SACRIFICIO DI UNA COMUNITÀ” CASSINO (FR), 15 MARZO 2004 Il biennio 2003 – 2004, ricco di eventi e iniziative socio – culturali, si è rivelato come l’occasione di un vero ed importante rilancio della cultura civica e storica della città di Ceccano. Proprio nell’ambito del progetto di rivalutazione storica promosso dall’Amministrazione comunale e recepita con entusiasmo dagli istituti scolastici territoriali di ogni ordine e grado, dalle Associazioni culturali e dalla cittadinanza, ha portato al conferimento della Medaglia d’Argento al Merito Civile alla città fabraterna, per i tristi e luttuosi fatti che direttamente la interessarono durante la Seconda Guerra Mondiale. Il ricco percorso di iniziative e proposte è iniziato il 3 Novembre del 2003 in occasione del 60° Anniversario del primo bombardamento ad opera degli alleati sulla città di Ceccano che, da solo, compromise pesantemente il centro cittadino e causò la morte di ben 19 persone e a cui seguirono lunghissimi mesi di paura, fame, morte e distruzione prima dello sfondamento della Linea Gustav e della tanto sperata liberazione. La serie di rievocazioni storiche e le attività amministrative portate avanti dall’Amministrazione comunale durante la fine del 2003 e l’inizio del 2004, prima fra tutte la presentazione della richiesta al Ministero degli Interni di un riconoscimento per la città, hanno portato nel 15 marzo 2004, alla decorazione del Gonfalone civico con la Medaglia d’Argento al Merito Civile. Il prestigioso e significativo riconoscimento è arrivato direttamente da parte del Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, in occasione del 60° Anniversario della distruzione della città di Cassino, alla presenza delle massime autorità Governative italiane e territoriali. La medaglia, in seguito e unanimemente, considerata come un piccolo grande “sole” che splende del sacrificio di coloro hanno perso la vita e gli affetti più cari durante la Seconda Guerra Mondiale è stata accolta e celebrata dalla cittadinanza come un simbolico riconoscimento al tributo pesantissimo che la città di Ceccano dovette versare nel biennio 1943 – 1944 – cioè negli anni di maggiore cruenza del conflitto – ricco di significato e latore attuale di pace e fraternità, specie verso le nuove generazioni. La Medaglia è stata celebrata il 25 aprile 2004 con solenne cerimonia nella Città di Ceccano, alla presenza del Prefetto Aurelio Cozzani, del Sindaco Antonio Ciotoli e di tutta l’Amministrazione comunale e ancora alla presenza delle massime autorità militari e governative del territorio compresi numerosi Comuni della Provincia di Frosinone. Nell’omelia sono state ricordate le vittime ed il sacrificio collettivo della comunità ceccanese, mentre nella cerimonia militare e civile il Prefetto Aurelio Cozzani e la stessa Amministrazione comunale hanno sottolineato l’importanze della pace, dell’unità e della libertà, che motivano e rinnovano quotidianamente l’assoluto valore del Tricolore e dello Stato Italiano, che deve la sua integrità e la sua democratica evoluzione grazie anche al popolo ceccanese. Tutte le fasi salienti di questo commovente di rivalutazione storica sono state rilegate in una sobria pubblicazione ad opera dell’Amministrazione comunale di Ceccano.

 

Plouzané-Comité de jumelage

 

La maturità culturale che la città di Ceccano ha raggiunto negli ultimi anni ha spinto l’Amministrazione culturale a percorrere la strada del contatto con nuove culture. Si deve avere la capacità di trasmettere anche ad altre città l’alto valore storico, tradizionale e professionale del nostro territorio e di cercare di proiettare il territorio fabraterno verso nuove realtà dell’Europa Unita come anche di altri Continenti. Da qui la scelta di voler attuare due gemellaggi con la città di Plouzanè, cittadina della Bretagna e con Cancun in Messico. La necessità è presto detta: Ceccano in questo modo accoglie le direttive nazionali e comunitarie volte alla conoscenza reciproca e all’allargamento degli orizzonti territoriali verso nuovi modi di vivere e verso nuove concezioni di sviluppo. Non a caso sia le politiche internazionali sia la stessa creazione da parte dell’Amministrazione comunale di Fabrateria 21 (adesione all’Agenda 21), promuovono questi processi con tutti i vantaggi che ne derivano. Offrire un’assistenza concreta ai cittadini che intendono allacciare contatti con le diverse culture internazionali, fornendo un valido appoggio e favorendo nuove ed atorevoli fonti e forme di comunicazione e formazione rappresentano i cardini della recente iniziativa comunale di gemellaggio. Per questo motivo l’Amministrazione ha scelto due siti così distanti e diversi tra loro: proprio per cercare di comparare le diversità e le tradizioni, rendendole vicine note e rendendo più accessibili la conoscenza delle alterità, superando al tempo stesso le diversità che ci caratterizzano. Un processo quindi di caratterizzazione sociale e culturale che si basa innanzitutto sul bisogno di conoscenza e di fratellanza. Ma il vantaggio che potrebbe scaturire da queste importanti realtà è la possibilità di una collaborazione intensa non intesa unicamente sotto il profilo culturale, sociale e linguistico (quest’ultimo da non sottovalutare) ma anche nel campo professionale e formativo, specie tecnico e tecnologico. Anche perché l’impegno dell’Amministrazione è quella di approntare un rapporto che abbia come principali protagonisti proprio gli studenti. Questa nuova iniziativa dell’Amministrazione comunale deve essere intrapresa, quindi, come una sfida e deve poter coinvolgere, nelle sue fasi, tutta la cittadinanza e l’amministrazione comunale tutta con collaborazione e assistenza reciproca al fine di raggiungere in breve gli obiettivi prefissati.

Ultimo aggiornamento

2 Settembre 2021, 12:48